Articolo originale reperibile a questo indirizzo.

L’anemia è definita come una considerevole riduzione della quantità di emoglobina nella circolazione sanguigna. Inoltre, può essere di tipo acuto (detta anemia grave) o cronico.

Generalmente, l’anemia è suddivisa in tre categorie eziologiche principali:

  1. da riduzione della produzione di globuli rossi;
  2. da aumentata distruzione dei globuli rossi;
  3. da perdita ematica.

Una vasta gamma di patologie possono essere associate all’anemia, come infiammazioni, infezioni e tumori maligni.

 

Le cause più comuni dell’anemia comprendono:

  • Ulcera gastrica o duodenale
  • Anemia negli anziani (da valutare con attenzione perché potrebbe trattarsi di mielodisplasia/preleucemia)
  • Patologie renali o epatiche
  • Ipotiroidismo
  • Ridotta sintesi emoglobinica
  • Gravidanza
  • Ipermenorrea
  • Disturbi della coagulazione del sangue
  • Cancro o altre malattie croniche, come le malattie reumatiche
  • Errata alimentazione

 

L’anemia deve essere trattata eliminando le cause che l’hanno determinata; inoltre, è bene evitare di somministrare ferro e/o vitamine emoattive (B12 e acido folico), che andranno somministrate solo dopo una corretta dimostrazione della carenza.

 

Nei casi di particolare urgenza diventa indispensabile sottoporre i pazienti a trasfusioni di globuli rossi o piastrine.

In definitiva, una malattia può provocare l’anemia attraverso vari meccanismi. Per esempio, un tumore maligno gastrointestinale può causare l’anemia attraverso ingenti perdite ematiche.

 

Quando è necessaria una trasfusione?

 

Generalmente, l’emotrasfusione viene effettuata in casi di anemie acute oppure quando si verifica una anemia cronica, che determini valori di emoglobina pari o inferiori a 7-8 g/dL. A meno che non sia presente una patologia cardiopolmonare o cerebrovascolare, difficilmente viene concessa una trasfusione nei pazienti con anemia cronica con valori di emoglobina superiore a 7-8 g/dL.

Altre situazioni che possono richiedere una trasfusione sono:

  • Anemia nei casi di insufficienza cardiaca cronica.
  • Trattamenti chemioterapici per neoplasie che riducono drasticamente i globuli rossi e le piastrine.
  • Evidenti segni di ipossia tissutale.
  • Grave sanguinamento.

Cos’è una trasfusione e come avviene?

 

Una trasfusione di sangue può sostituire le quantità di sangue perso o, semplicemente, sostituire i fluidi o le cellule che si trovano nel sangue.

Prima di sottoporsi a una trasfusione, è necessario conoscere il gruppo sanguigno del ricevente. Durante la trasfusione, il paziente viene fatto accomodare su una poltroncina o un lettino. Prima di cominciare, viene inserito un ago nella vena di un braccio. L’ago è quindi collegato a un tubicino collegato a una sacca di sangue o piastrine. La durata di una trasfusione di sangue può essere di circa quattro ore, anche se in genere è molto più rapida. I rischi connessi alla trasfusione sono davvero minimi, anche perché il sangue trasfuso è oggi analizzato attentamente per escludere le principali malattie infettive.

 

Da dove viene preso il sangue per le trasfusioni?

Il sangue utilizzato nelle trasfusioni è raccolto dai donatori volontari presso i vari centri trasfusionali presenti in quasi tutti gli ospedali. Le sacche raccolte vengono in seguito testate e poi, con particolari metodologie, se ne attesta la conformità.

Chi può donare il sangue?

Secondo gli attuali requisiti richiesti possono donare i soggetti:

  • di età compresa tra 18 e 60 anni (fino a 70 previo parere del medico);
  • con peso non inferiore a 50 kg;
  • in buono stato di salute;
  • con uno stile di vita che non comprometta la salute del ricevente, come abuso di alcool, fumo e sostanze illecite.

In ogni caso, l’idoneità alla donazione è stabilita tramite un colloquio personale con il medico che supervisiona le donazioni. I tempi medi tra le donazioni di sangue sono sei mesi per le donne e tre per gli uomini. Sono esclusi dalle donazioni i soggetti che sono affetti da HIV, epatite B e C e malattie croniche.

 

Come avviene una donazione?

 

Chi desidera donare il sangue deve recarsi al centro trasfusionale della propria città, tramite una delle associazioni disponibili sul territorio, come AVIS, oppure direttamente ai centri di raccolta AVIS (l’elenco delle sedi è disponibile sul sito www.avis.it). Dopo un colloquio e la compilazione di un questionario, vengono eseguiti la misurazione della pressione arteriosa e un prelievo per determinare i livelli di emoglobina e la presenza di eventuali malattie infettive. Per eseguire una donazione, è preferibile essere a digiuno o aver consumato una colazione molto leggera.

Se tutti i controlli sono positivi, il donatore viene fatto accomodare su una poltroncina e gli viene inserito un ago sterile, usa e getta, nel braccio, collegato a una sacca vuota. Nel giro di circa 30 minuti viene prelevata la corretta quantità di sangue, ossia 450 millilitri.

Perché è importante donare?

Come è stato descritto in precedenza, il sangue necessario alle trasfusioni è fornito esclusivamente dai donatori. Essere donatore, infatti, significa salvare la vita di qualcuno che ha un urgente bisogno di sangue, ma anche allungare la durata e migliorare la qualità della vita di chi si deve sottoporre con regolarità alle trasfusioni per patologie importanti

Donare sangue se si è in buona salute è un atto di estrema civiltà.